martedì 27 marzo 2007

Jacopo Martinoni cita Alexieff sull'esperienza dell'animazione

(…) Quando compongo un illustrazione, cerco le pose solide più vantaggiose: evito le angolazioni difficili, gli scorci ingrati. Animando un film non posso omettere nessuno degli aspetti per i quali la logica del movimento mi obbliga a passare. Devo studiare molte cose da cui la pittura si dispensa: devo conoscere l’ottica, l’ottica fisiologica, la psicologia, la neuropsicologia della percezione visiva (scusatemi ma si chiama così), la sensiometria e la musica (e ne dimentico alcune).

Animando i pendoli composti per tracciare delle figure astratte, ho ripreso il corso di fisica elementare. In più ho imparato che l’uomo ha tre maniere di percepire gli oggetti in movimento, a seconda delle loro velocità in rapporto con qualcosa che non saprei spiegare, e che ho dovuto chamare “velocità di osservazione”.

I tipi di questi modi di osservazione sono: l’elica di un aereo, percepita come un disco translucido e brillante, “totalizzato”. La luna, che non si vede muovere (ma che si può “totalizzare” con una lunga posa fotografica); e infine il modo di vedere che tutti conoscono, che percepisce sia la forma dell’oggetto sia il suo movimento(e che la fotografia può “totalizzare” altrettanto bene).

La TOTALIZZAZIONE mi ha insegnato la relatività delle nozioni di velocità e di forma degli oggetti. Posso affermare che l’animazione insegna a conoscere meglio la maniera in cui l’uomo vede e pensa. Essa mi ha permesso di entrare nella vera quarta dimensione, aprendomi un universo sconosciuto, di cui mi sono servito per realizzare degli effetti nuovi.

Allo stesso modo in cui la pittura sviluppa la coscienza dei colori, dei valori e delle forme, l’animazione sviluppa la coscienza dei movimenti e delle durate.

Io passo dei bellissimi momenti nel mio piccolo giardino, a osservare il gioco delle migliaia di piccoli soli “flou” di cui il fogliame del mio tiglio ha filtrato le immagini. La minima brezza imprime, a questa festa, delle coreografie che sono inavvertite da voi, perché voi non fate dell’animazione.

(…)


Alexandre Alexeieff

Dalla prefazione del libro “Cartoons” di Gianalberto Bendazzi.

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